lunedì 22 luglio 2013

DA UN PORTONE APERTO, a Trieste



Ho sbirciato in un portone aperto
ed ho trovato un piccolo mondo incantato. 

Luci, cristalli, quadri, 
tazzine, cornici, mobili, tappeti, 
bambole, tessuti, oro e argento. 

Da un portone aperto, 
a Trieste, 
ho scoperto un mondo nuovo, 
fatto di cose vecchie
che raccontano storie
di viandanti e gente comune. 

Da un portone aperto
ho trovato tesori senza tempo, 
perchè le cose belle 
durano per sempre, 
come l' a m o r e









Trieste, 
Androna del Pane, 
dal signor Giuseppe.










Luci, quadri, candelieri e specchi. 

Luce che illumina, 
quadri che fermano istanti magici, 
candelieri che illuminano occhi  e cuori
e specchi che riflettono vite.








Io credo che una foto sia un istante immutato che, 
colpisce, 
stupisce, 
commuove, 
ispira, 
profuma, 
respira, 
vive...
da qui all'eternità. 

















Piccoli, grandi tesori, 
per alcune persone sono solo 
"robe vecchie"
per me sono narratori silenziosi di storie, 
di vite, di sentimenti, di amori, 
di paesi lontani e di porte accanto. 












"Che cosa è tutto quanto gli uomini 
hanno pensato in millenni, 
di fronte ad un solo istante
di amore?"

(Friedrich Holderlin) 









Oggetti che colpiscono, 
che fanno innamorare, 
che fanno sognare. 

Oggetti che raccontano, 
oggetti che hanno fatto compagnia, 
oggetti che sono stati amati, 
oggetti che hanno bisogno 
di rivivere, 
a vita nuova. 

Oggetti creati dall'uomo, 
piccole ricchezze, 
per anime semplici e romantiche, 
che sanno vedere in loro 
storie non scritte, 
ma sentite con il cuore come 
quando ci si ferma ad osservare il cielo
e le stelle in una notte d'estate, 
e non servono parole... 







Il mio acquisto, 
occhiali per vedere lontano, 
anche ad occhi chiusi. 

Occhiali che hanno visto, 
che si sono bagnati di lacrime di felicità, 
occhiali che hanno compiuto un viaggio, 
lungo quasi duecento anni, 
occhiali da tenere in mano, 
stretti come si tengono le persone care, 
la luce dei nostri occhi. 






 Poter entrare da questi portoni
è un viaggio che non si arresta mai, 
nemmeno quando vi si esce. 

Entrare in una casa, 
sentirne l'odore, 
percepirne i rumori, 
i silenzi, 
i vuoti ed i pieni. 

Entrare in una casa e venire accolti 
con un sorriso, 
con la calma e la pacatezza
di chi ha vissuto una vita intera 
insieme alla gente più diversa, 
più ricca o povera, 
più bisognosa o meno incurante, 
è un dono, 
è un' esperienza che rimarrà per sempre, 
è una risposta ad una domanda semplice, 
ad un "posso entrare?"

Fatela sempre questa domanda, 
anche se non dovete entrare da una porta, 
ma da un cuore, 
perchè per le anime belle ed i sentimenti 
c'è sempre uno spazio, 
c'è sempre una fessura, 
c'è sempre un "si", 
sempre. 



Se capitate a Trieste, 
visitate la città vecchia, 
il vecchio ghetto ebraico, 
le strette vie di Cavana, 
il Riborgo, dietro Piazza della Borsa, 
San Giusto, 
ne rimarrete incantati, 
davvero. 



"Poi, giunto in via Cavana, 
dovetti rallentare per la folla
che ostruiva la stretta via"

(Italo Svevo) 




love, 
xoxo


2 commenti:

  1. ...c'è sempre un sì...meraviglia!!! Leggerti è sempre un momento di arricchimento!
    Un bacio Anima Bella

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie Giulia, e per me c'è sempre un attimo di grande felicità quando so che ci sei...ti abbraccio forte forte

      Elimina